ATTIVITÀ CULTURALI

La Casa del Nuraghe Arrubiu, situata nel territorio di Orroli, sorge nella morbida campagna del Sarcidano, in uno scenario ricco di antiche vestigia e paesaggi lacustri. Questo percorso museale non è una semplice esposizione di reperti, ma un viaggio esperienziale attraverso l’archeologia prenuragica e romana. Le mura basaltiche, tinte delle sfumature rossastre tipiche del gigante nuragico, emergono dal verde, mentre i pannelli didattici, con testi chiari e coinvolgenti, guidano il visitatore in un racconto che parte dagli scavi iniziati nel 1981 e ripresi nel 2012. L’obiettivo è far rivivere un monumento che per complessità e dimensioni è unico nel contesto mediterraneo. Oltre al mastio centrale, alto originariamente oltre venti metri e oggi sopravvissuto per circa quindici, si snoda un bastione pentalobato formato da cinque torri e una cinta difensiva esterna con sette ulteriori torri: in totale ventuno, una disposizione che testimonia una architettura progettata e non casuale . La camera interna del mastio conserva ancora un focolare e un vaso rituale, mentre la struttura a tholos del tetto, pur frammentata, rimane leggibile in alcuni spazi, rendendo tangibili le tecniche costruttive nuragiche.

Attraverso un sistema di stanze tematiche, la Casa illustra la vita quotidiana dei suoi abitanti: dalle culture cerealicole e dall’allevamento, ai riti, agli strumenti. Spicca il laboratorio enologico adattato in epoca romana, con vasche in arenaria per la pigiatura dell’uva, che ha trasformato il nuraghe in una sorta di villa rustica. La presenza di capanne, silos, cisterne, scale e corridoi rivenuti negli scavi mostra una realtà complessa, articolata e densamente abitata . Notevole è anche il sistema di canalizzazione delle acque piovane che alimentava cisterne, testimonianza di una sofisticata gestione delle risorse idriche.

Il luogo si collega in modo suggestivo al paesaggio e al territorio: l’altopiano basaltico di Su Pranu, dominato dal nuraghe, controllava anticamente la vallata del Flumendosa, dove oggi corrono le acque e si specchiano boschi e laghi come Mulargia e Flumendosa medesimi. Il nome “Gigante rosso” deriva sia dalle dimensioni imponenti sia dal color rosso intenso dovuto ai licheni presenti sulle pietre basalto-basiche . Intorno si trovano percorsi naturalistici, il Trenino Verde, gole e grotte, la tomba dei Giganti della Spada e la necropoli di Su Motti, con domus de janas incastonate in una cornice verdeggiante.

Visitare la Casa del Nuraghe Arrubiu significa toccare con mano millenni di storia, imparare da un’antica comunità altamente organizzata, artefice di monumenti colossali, legati a riti, economia e paesaggio. È una meta che unisce studio e suggestione, rivolta a famiglie, scuole, appassionati di archeologia e a chiunque desideri scendere nel cuore della Sardegna più antica.

La casa padronale Omu Axiu, nota anche come Casa Vargiu, si erge nel cuore di Orroli, nel Sarcidano, conservando intatti oltre secoli di storia e tradizioni. Costruita nel XVI secolo e appartenuta alla stessa famiglia Vargiu sin dal 1500, questa dimora di oltre 1200 mq oggi si offre al visitatore come un museo etnografico vivente e un raffinato spazio dedicato all’arte del ricamo . La visita si articola in ambienti originali, dove si ripercorrono gesti quotidiani rurali ormai rari: dalla cucina con i forni per il pane alla dispensa domestica, passando per la stanza degli attrezzi agricoli e la saletta dedicata alla conservazione dei salumi e formaggi. Qui si possono sentire i profumi della tradizione e osservare le mani capaci delle donne in costume che lavorano ricami e tessono stoffe, restituendo un’esperienza autenticamente sensoriale . Al piano superiore, le stanze da letto custodiscono l’essenza della cultura tessile sarda: corredi antichi, abiti tradizionali e oggetti personali della famiglia sono testimonianze tangibili di un passato ancora vivo.

L’approccio al museo è quello di un’ospitalità immersiva: il museo, collegato all’albergo diffuso omonimo, offre un’esperienza a 360°, in cui i visitatori possono alloggiare in abitazioni storiche ristrutturate, gustare piatti tipici preparati secondo antiche ricette e, contemporaneamente, esplorare la casa-museo ‒ un progetto nato per far rivivere usi, mestieri, sapori e saperi della civiltà contadina sarda . Grazie alla visita guidata inclusa nel biglietto, è possibile approfondire la funzione di ogni spazio, l’utilizzo delle attrezzature tradizionali, le tecniche di salatura dei cibi e la produzione del pane, fino all’assaggio dei salumi direttamente nelle stanze originarie. L’atmosfera diventa quasi una macchina del tempo, capace di riportare alla mente la durezza e la bellezza del vivere contadino di un tempo.

Il museo ha inoltre valore culturale e sociale: conserva la memoria e la dignità di una comunità, promuovendo una riflessione sulle radici locali e il desiderio di trasmettere queste testimonianze alle generazioni future. La particolare cura nella conservazione del tessile, delle strutture architettoniche e della vita quotidiana lo rende un modello efficace di valorizzazione del patrimonio rurale . Il progetto ha conquistato l’interesse anche della Regione Sardegna e del Ministero della Cultura, che lo riconoscono come esempio di museo e luogo della cultura attivo e aperto, visitabile durante l’anno .

Visitare Omu Axiu significa immergersi in una dimensione di autenticità: tra profumi di legna e pane appena sfornato, la vista di antichi utensili e abiti colorati, il calore di un accoglienza genuina. È un’esperienza che tocca l’anima, pensata per chi vuole comprendere le radici più profonde della Sardegna, per famiglie, scuole, appassionati di etnografia o semplicemente per chi aspira a custodire e celebrare le tradizioni vernacolari della nostra isola.

La Casa Maraté, conosciuta come Museo per l’Arte del Rame e del Tessuto, si trova all’interno di un antico convento dei Padri Scolopi del XVII secolo nel cuore di Isili, in Sardegna centrale‑meridionale. Questo spazio museale è l’unico in Sardegna dedicato alla lavorazione del rame, affiancata da raffinati manufatti tessili. La visita inizia nel piano terreno dove si immerge il visitatore nell’atmosfera delle botteghe tradizionali. Col cuore pulsante degli artigiani ramai, si scoprono oggetti in rame lavorati a sbalzo, martellati a mano, lampade, pentole e utensili rurali, spesso esposti insieme a un carretto ambulante, simbolo della memoria storica di questi venditori itineranti che usavano uno gergo segreto noto come “s’arromaniscu” o “arbaresca” . La sezione dedicata al rame racconta anche le tecniche estrattive e metallurgiche legate alla materia prima e alle virtù funzionali e simboliche di tali oggetti, che spesso componevano corredi nuziali sofisticati .

Salendo al piano superiore, lo spazio cambia volto: qui emerge la sezione dedicata all’arte tessile. Tra arazzi realizzati a mano su orditi tradizionali, si scoprono trame arricchite da fili di rame, oro e argento, lavorati con cura artigianale e colorazioni estratte da piante ed erbe locali. Sono esposti circa trenta arazzi, affiancati da tavole progettuali e pannelli che illustrano le fasi dalla preparazione della lana alla tintura, fino all’uso innovativo del rame nel tessuto, creando effetti cromatici sorprendenti . Una terza sezione etnografica completa il percorso, allestendo un museo a forma di telaio, dove i visitatori possono osservare subbi, ordito e strumenti tradizionali, affiancati da video‑documentari sul lavoro delle tessitrici .

Un elemento distintivo dell’esperienza è la sonorizzazione ambientale: ogni sala è immersa in suoni, voci, musiche, rumori della strada, dei colpi di maglio, dei telai in funzione e vocaboli dialettali, frutto di un progetto ideato dal musicista Enzo Favata. Questo sottofondo sonoro rende la visita coinvolgente, trasportando il visitatore nel passato, tra botteghe attive e strade di paese .

La Casa Maraté non è solo museo ma anche luogo didattico e dimostrativo: durante la visita, che dura circa un’ora e mezza, è possibile assistere a dimostrazioni dal vivo. Il bottegaio del rame e le tessitrici possono riattivare gli antichi strumenti, dando vita ai metalli e alle fibre sotto gli occhi dei visitatori . Oltre alle esposizioni permanenti, cui si accede con un biglietto di pochi euro, il sito offre laboratori e visite guidate; è riconosciuto dalla Regione Sardegna e dal Ministero della Cultura come museo di eccellenza nel valorizzare l’artigianato e tradizione locale .

La visita a questo museo offre un’esperienza multisensoriale ed emotiva: il profumo del legno, dell’ottone, della lana, il fascino dei riflessi caldi del rame e dei fili metallici che si intrecciano ai tessuti. È una tappa imperdibile per chi vuole esplorare le radici dell’artigianato sardo nel suo contesto reale, autentico e vivo, dedicata ad appassionati di cultura materiale, famiglie e gruppi scolastici.