Attività all’aperto

Il lago Mulargia sorge tra le dolci colline di Orroli, Goni, Nurri e Siurgus Donigala, incastonato tra i rilievi di Su Rei e Moretta. La sua origine è artificialmente idrica: tra il 1951 e il 1958 venne realizzata la diga del Monte Su Rei sul rio Mulargia, originando così un bacino che, grazie a una galleria di sei chilometri, riceve le acque dal vicino Flumendosa e alimenta poi gli acquedotti e le centrali idroelettriche che riforniscono la pianura del Campidano fino a Cagliari e a circa quaranta comuni . Il lago ha una capacità stimata tra i 320 e 347 milioni di metri cubi e una profondità che raggiunge gli 80 metri .

Le sue coste, frastagliate e verdeggianti, si affacciano su isolotti che conferiscono al paesaggio un indimenticabile effetto cromatico: un grande tappeto azzurro incastonato nel riacutizzarsi dell’entroterra centro‑meridionale della Sardegna . La vegetazione mediterranea degrada verso le acque, popolando le rive di lecci, macchia, rovi e alberi autoctoni, mentre le pareti rocciose intorno al lago culminano con la diga alta circa cento metri .

Nel lago si svolgono varie attività: escursioni in battello stile Mississipi con ruote a pale, navigazioni in canoa e kayak, pesca sportiva, in particolare per il persico trota e il bass gigante, e percorsi trekking lungo sentieri immersi nella natura e costeggiando l’acqua . L’ambiente è inoltre ricco di fauna: oltre a pesci d’acqua dolce, la zona ospita uccelli come aironi, germani reali, martin pescatori, e specie tipiche della macchia come tartarughe e piccoli mammiferi . L’inserimento di quest’area verde in un contesto di archeologia industriale e rurale, con l’imponente diga e il vicinissimo Nuraghe Arrubiu, crea un’interazione unica tra natura, storia e ingegneria .

Visitare il lago Mulargia significa lasciarsi affascinare dalla quiete di un’area lacustre lontana dal caos costiero, ma capace di offrire uno scenario complementare al turismo sardo, imperniato su escursioni, sport e paesaggio. Si può partire da Siurgus Donigala o Orroli per imbarcarsi sul battello turistico, immergersi nel verde accompagnati dal canto degli uccelli e, dopo la navigazione, riprendere i sentieri che avvolgono l’invaso, in un’esperienza coerente e ristoratrice per chi ama emozioni lente, ampie vedute e una Sardegna meno nota ma altrettanto autentica.

Il Circolo Nautico di Isili, noto anche come Circolo Nautico San Sebastiano, è un’associazione sportiva dilettantistica nata nel 2014 grazie all’intuizione di cinque amici che hanno scommesso su un progetto di turismo attivo nel cuore del Sarcidano . Situato sulle sponde del Lago San Sebastiano, chiamato anche Is Barrocus o Lago di Isili, il circolo offre esperienze sportive, escursioni e momenti di socializzazione in un’atmosfera autentica immersa nella natura .

L’attività principale ruota attorno alla navigazione non motorizzata: è possibile noleggiare canoe, kayak, pedalò e dragon boat per esplorare il lago e raggiungere l’isolotto centrale con la chiesetta dedicata a San Sebastiano, un luogo suggestivo che riflette antiche leggende locali . Le escursioni, disponibili solo su prenotazione via WhatsApp, prevedono percorsi guidati o in autonomia e includono anche gare di pesca sportiva e corsi di dragon boat e kayak, rivolti sia ai neofiti che ai praticanti amatoriali .

Oltre al noleggio di imbarcazioni, il circolo organizza eventi culturali e ricreativi, come uscite al tramonto sul lago, gare, e manifestazioni annuali tra cui fuochi d’artificio estivi e “Artis e Ortus”, una manifestazione di arte, musica e enogastronomia che anima Isili ogni estate . È affiliato alle federazioni FICK per la canoa kayak e FIPSAS per la pesca, garantendo così la qualità sportiva e la possibilità di partecipare a competizioni ufficiali su scala regionale .

Giungere al Circolo Nautico significa immergersi in un’esperienza lenta, scandita dai rumori dell’acqua, dal canto degli uccelli e dall’eco della natura. L’isolotto con la chiesa, raggiungibile a remi o in pedalò, regala un’atmosfera sospesa e incantata, ideale per meditazione o semplicemente contemplazione. Chi ama l’arrampicata può combinare la visita con l’esplorazione delle vicine pareti rocciose, mentre gli appassionati di pesca troveranno nel lago un ambiente ideale per diverse tecniche, tra cui il kayak fishing .

Il circolo segue regole precise: l’accesso al lago è consentito solo alle imbarcazioni senza motore a scoppio, obbligo di giubbotto salvagente e divieto di balneazione. Questo permette di mantenere un contesto naturale e tradizionale, perfettamente in linea con la vocazione del circolo . È, quindi, un luogo pensato per chi desidera scoprire il Sarcidano attraverso esperienze in acqua, ma con un approccio rispettoso della storia locale, degli ambienti e delle tradizioni sportive e culturali.

Il lago del fiume Flumendosa è una delle meraviglie meno note ma molto suggestive della Sardegna centrale‑meridionale. Si tratta di un invaso artificiale, noto come “lago basso” o lago medio Flumendosa, creato nel 1952 grazie alla costruzione di una diga alta circa cento metri nei pressi del nuraghe Arrubiu, a 268 metri sul livello del mare . Il fiume Flumendosa, con i suoi 127 chilometri, nasce sulle pendici del massiccio del Gennargentu e, dopo aver formato un primo bacino più piccolo nella gola di Bau Muggeris, scorre tra gole e boschi fino al lago basso . L’invaso si estende per circa 17 chilometri, con una larghezza media di 500 metri, raccogliendo oltre 300 milioni di metri cubi d’acqua, utilizzati per la produzione di energia, l’irrigazione del Campidano e l’approvvigionamento idrico di Cagliari e numerosi comuni limitrofi .

L’occhio socchiuso che osserva il lago scorge acque di un blu profondo, circondate da rive frastagliate e pendii coperte da una vegetazione mediterranea rigogliosa, fatta di lecci, macchia e rovi. Rocce scoscese e lembi boschivi creano giochi di luce e ombra, valorizzati dal contrasto tra il cielo limpido e il gange cromatico delle acque . L’ambiente è arricchito dalla presenza di numerosi nuraghi che punteggiano le colline circostanti, testimoni di un passato nuragico antico e ancora ben visibile .

Per chi ama la natura e le attività all’aria aperta, il lago offre escursioni in battello stile Mississippi, una suggestiva navigazione a remi o in kayak, ideali per ammirare il paesaggio dal’acqua e approdare su rive isolate dove spesso si incontrano aironi, germani reali e martin pescatori. La pesca sportiva trova nel lago un habitat ideale per trote, persici e altre specie peculiari della fauna ittica locale . Attorno all’acqua si sviluppano sentieri che invitano al trekking e alla mountain bike, passando per gole, canyon e villette dismesse come gli edifici del villaggio Enel presso la diga alta, oggi silenti e avvolti dalla natura .

Il contesto del lago Flumendosa si arricchisce ulteriormente alla luce degli studi sul sistema idrico regionale, che evidenziano una forte connessione tra i vari invasi artificiali: il Flumendosa, attraverso gallerie e condotte, alimenta il lago Mulargia e il sistema delle dighe rappresenta un pilastro per l’approvvigionamento idrico e produttivo della Sardegna meridionale . Gli studi idrologici più recenti segnalano una diminuzione delle portate medie e una crescente vulnerabilità climatica, che rendono l’uso di queste risorse ancora più strategico per il territorio .

Percorrere le rive del lago Flumendosa significa viaggiare tra paleontologia, ingegneria, archeologia e natura incontaminata. Si passa in poche decine di chilometri dalla gola selvaggia di Bau Muggeris all’eco culturale dei nuraghi, fino al silenzio vibrante del bacino, con il suo paesaggio domestico ma imponente. Questo luogo, più autentico e intimo rispetto alle coste affollate, regala emozioni lente, fatte di riflessi, silenzi, suoni naturali e atmosfere rare, perfette per chi desidera una Sardegna fuori dagli schemi, dove l’acqua diventa specchio non solo del paesaggio ma anche della storia e della resilienza umana.

Situate nella suggestiva valle che si apre oltre il piccolo lago di Is Barrocus, a pochi chilometri dal centro di Isili, le falesie di Isili rappresentano un autentico paradiso per l’arrampicata sportiva, famoso in tutta Europa per le sue pareti quasi completamente strapiombanti e ricoperte di buchi naturali. La scoperta dei settori avviene a partire dal 1988 grazie a Maurizio Oviglia, arrampicatore e chiodatore, che con Cecilia Marchi mise a punto la prima falesia, Pietra Filosofale, dando il via a un vasto sviluppo che ha portato all’attrezzatura di centinaia di vie . Oggi esistono più di trecento tiri, dal 5a all’8c+, distribuiti in oltre dieci settori tra cui Urania, Conca Manna, Corvo Solitario, Paese dei Nuraghe e molti altri .

La roccia calcare limosa, ricca di prese naturali e punteggiata da stalattiti e conformazioni particolari, rende l’arrampicata estremamente tecnica e atletica. Le pareti strapiombanti, alcune con inclinazioni superiori ai 45°, offrono tiri impegnativi e continui, adatti a chi cerca una sfida intensa . Il Corvo Solitario, in particolare, è una parete iconica, che evoca la prua di una nave incagliata in una valle verdeggiante; le sue linee strapiombanti, alte circa 25 metri, offrono esperienze spettacolari, con appigli solidi e una qualità geometrica unica .

Chiunque arrivi in auto a Isili in direzione Nurallao o verso il lago nota subito queste pareti candide emergere sul paesaggio, offrendo un colpo d’occhio impressionante e facilmente accessibile. L’avvicinamento è breve, spesso pochi minuti a piedi; le vie sono ben attrezzate con chiodature a resina di ultima generazione e rinvii fissi, installati da chiodatori locali e da Oviglia stesso . Gli itinerari più celebri come Urania o Pietra Filosofale sono diventati meta costante di climbers internazionali, che vengono soprattutto in primavera e autunno, quando il clima è ideale e l’aria tersa acclara le pareti ancora fresche dal vento di maestrale .

L’area non offre solo allenamento tecnico, ma è anche immersa in un ambiente naturale ricco: boschi mediterranei, corsi d’acqua, il vicino lago di San Sebastiano e le montagne circostanti. Molti settori si affacciano su gole e canyon, regalando sensazioni di wildness meravigliosamente contrastanti con la precisione della roccia scalata . Questa combinazione tra arditezza della verticale, facilità di accesso e varietà di vie ha consolidato la reputazione di Isili tra le aree d’arrampicata sportiva più importanti d’Europa, un luogo dove la forza fisica, la tecnica e la strategia si uniscono in una danza verticale appassionante .

Arrivare qui vuol dire prepararsi a un’esperienza intensa: sarà necessario prevedere casco e imbrago, verificare corde adeguate alla lunghezza delle vie, e consultare le guide aggiornate per conoscere difficoltà e raccomandazioni di sicurezza . L’arrampicata a Isili è uno sport completo, tanto atletico quanto coinvolgente, capace di unire la bellezza della Sardegna interna alla passione verticalistica.

Visitarle significa scoprire un angolo di Sardegna diverso, dove il silenzio del bosco, il canto degli uccelli, il rumore dei chiodi che entrano nella roccia accompagnano ogni passaggio, trasformando ogni salita in una piccola impresa personale. Sia che siate climber esperti in cerca di un nuovo obiettivo, sia che vogliate avvicinarvi gradualmente all’arrampicata, le falesie di Isili offrono un ambiente autentico e di grande fascino, capaci di rimanere scolpite nella memoria di chi le scala.


Il percorso “Lago e archeologia” a Serri offre un’esperienza che fonde natura, storia e cultura in modo sorprendente. La giornata inizia con una navigazione sul Lago del Flumendosa a bordo del battello a ruote a pale, ispirato allo stile dei vecchi paddle‑boat del Mississippi. Con partenza dal pontile del Centro Nautico Istellas, la barca scivola sulle acque brillanti che paiono gemme incastonate tra le montagne; il paesaggio è scandito da rupi basali, vegetazione mediterranea densa e scorci vividi, con mandrie al pascolo e pescatori sulle rive . Dopo lo sbarco, spesso è previsto un pranzo nella piccola struttura che sorge proprio sul lago, perfetto per respirare l’atmosfera di questo angolo autentico del Sarcidano.

Nel pomeriggio, il viaggio prosegue a breve distanza verso l’altopiano basaltico della Giara di Serri, dove sorge il santuario nuragico di Santa Vittoria. Questa imponente area archeologica, estesa su circa tre ettari, rappresenta uno dei luoghi sacri meglio conservati e più significativi dell’età del Bronzo e del Ferro sardo  . Scavato tra il 1909 e il 1929 e successivamente oggetto di campagne archeologiche tra gli anni Novanta e Duemila, il sito conserva testimonianze di una lunga frequentazione millenaria . È ancora visibile il tempio a pozzo dedicato al culto delle acque, con atrio lastricato e scala scavata nella roccia, accanto a un tempio ipetrale a cielo aperto con altari, che rimanda a riti comunitari legati all’acqua e al sacro .

A poca distanza svettano ruderi di capanne e spazi collettivi, tra cui una cucina comune, mercati, porticati e la cosiddetta capanna del sacerdote. Questo sistema di strutture suggerisce come Santa Vittoria fosse un centro non solo religioso ma anche sociale ed economico, punto di incontro per scambi, feste e incontri pubblici . La posizione strategica, sul margine occidentale della Giara a circa seicento metri s.l.m., ne evidenzia l’importanza anche per il controllo del territorio tra Marmilla e Sarcidano . La chiesa medievale dedicata a Santa Vittoria, edificata in età bizantina e ricostruita nel Medioevo, testimonia la continuità sacra che vide il luogo trasformarsi da santuario nuragico a spazio cristiano veneratedopo il VII secolo d.C. .

Nel corso degli scavi furono rinvenuti modellini in pietra e bronzo a forma di nuraghe, protomi taurine, statuine votive antropomorfe e zoomorfe, armi rituali e piccole lucerne. Molti di questi reperti provenivano da scambi con Etruschi, Fenici, Ciprioti e restano oggi esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari . Lo stratificarsi di frequentazioni puniche, romane e bizantine, evidenziato da monete, ceramiche e resti architettonici coevi, arricchisce la narrazione storica del luogo, rendendolo uno scrigno di memorie e relazioni mediterranee .

L’itinerario “Lago e archeologia a Serri” è proposto dal Consorzio Turistico dei Laghi, in collaborazione con la rete GOStour – che include i siti di Goni, Orroli e Serri – e si sviluppa tra escursioni in battello, trekking sui sentieri costieri, visite guidate al santuario e degustazioni enogastronomiche . È perfetto per chi desidera immergersi nella Sardegna più profonda, lontana dalla costa, vivendo un’esperienza autentica e multisensoriale, dove paesaggio, acqua e archeologia convivono in armonia.

La meraviglia della natura tra Esterzili e Sadali è un invito a scoprire angoli autentici della Sardegna meno battuta dal turismo. Questo itinerario si snoda tra borghi arroccati, cascate sorprendenti, caverne leggendarie e panorami che scorrono su vegetazioni mediterranee e rocce calcaree.

Partendo da Esterzili, un borgo adagiato a circa 700 m d’altitudine alle pendici del Monte Santa Vittoria, il territorio offre scorci suggestivi dalla cima del monte, da cui si ammira una vista che spazia dal Sarcidano al mare dell’Ogliastra  . Il paese, con le sue mura medievali e murales, conserva l’anima rurale e religiosa: chiese del XV–XVII secolo punteggiano il centro, tra cui la parrocchiale di San Michele e la chiesa di Sant’Antonio da Padova, testimonianze di architettura gotico‑aragonese e barocca . Nei dintorni si contano 77 siti archeologici che abbracciano domus de janas, tombe dei giganti e il raro tempio megaron Domu de Orgia, a circa 1 000 m di altitudine , elemento che conferisce spessore storico e spirituale all’esperienza.

Lasciato Esterzili, la meta successiva è Sadali, a 750 m, immersa in un territorio ricco d’acqua e natura. È celebre per la cascata urbana di San Valentino: una cascata di 7 m nel cuore del borgo, azionava un antico mulino, e afferma un’atmosfera unica tra acqua e pietra . Prosegue lungo il “Sentiero delle Fate” fino alle Grotte di Is Janas, grotte carsiche lunghe circa 300 m, ricche di stalattiti e stalagmiti, avvolte da fascino mitologico . Da qui si può raggiungere Su Stampu de su Turrunu, un fenomeno carsico con inghiottitoio, grotta e risorgenza che forma una cascata controllata da un piccolo lago verde smeraldo . Questo itinerario permette di visitare circa 22 tappe tra sentieri, sorgenti, ponti e specchi d’acqua, il tutto in un paesaggio punteggiato da roveri, sughere, lecci .

Il bosco, ricco di essenze mediterranee, e la geologia carsica creano un ecosistema sorprendente: i corsi d’acqua alimentano grotte, rapidi e cascate, e forniscono acqua al rio Noluttu e poi al Flumendosa . Questo territorio è parte del Trenino Verde della Sardegna: la vecchia ferrovia Mandas–Arbatax, percorsa in estate da locomotiva a vapore, collega Sadali a Mandas offrendo panorami su vallate, boschi e corsi d’acqua .

Il percorso unisce natura, cultura e mito: da Esterzili la spiritualità del monte e dei templi preistorici, a Sadali la forza rigenerante dell’acqua e la magia delle grotte, con villaggi che si stringono attorno alle fontane e fedeltà alla tradizione rurale. È un’esperienza perfetta per famiglie, escursionisti e appassionati di fotografia naturalistica: sentieri accessibili di diversa lunghezza (6‑7 km per il giro completo), aria fresca, piante spontanee, riflessi d’acqua e silenzi boschivi .

Ecco alcune ottime proposte per praticare mountain bike, canoa e trekking nei dintorni di Serri e nella Sardegna centrale, con un mix equilibrato tra noleggio, percorsi e immersione nella natura:

Mountain Bike & Gravel
A Serri e zone limitrofe, operatori come SardiniaCycling offrono noleggio di mountain bike, gravel ed e‑bike, oltre a tour guidati nel Sarcidano e sulle giare, con bici robuste dotate di pneumatici adatti al terreno sterrato  . Veloce Bike Rental permette il ritiro dell’e‑bike o MTB direttamente in zona, con supporto logistico e consegna presso alloggi locali . Anche ListNRide propone una vasta flotta di MTB prenotabili online, con ritiri nei principali centri della zona . Grazie a piattaforme come Komoot si possono selezionare i migliori itinerari MTB o trekking (oltre 20 segnalazioni intorno a Serri), con informazioni su lunghezza, dislivello e difficoltà .

Trekking e Trail Running
Intorno a Serri, il territorio carsico e le muraglie naturali della Giara offrono percorsi ideali per trekking ed escursioni. Sentieri accessibili conducono verso Nuragi, Giara di Gesturi e vallate circostanti. Anche il famoso Trenino Verde (linea Mandas–Arbatax) offre un connubio tra trekking e viaggio lento su rotaia, passando vicino a Serri e Sadali .

Canoa & Lago
Il vicino Lago Flumendosa è perfetto per attività acquatiche: il Centro Nautico Istellas offre canoe, kayak e pedalò per esplorare le acque calme del bacino. L’esperienza in barca aggiunge una dimensione diversa alla visita del territorio, unendo natura, silenzio e panorami pittoreschi .

Consigli utili
• Prenotazione: conviene prenotare MTB o e‑bike con almeno qualche giorno di anticipo, specialmente in alta stagione.
• Percorsi attrezzati: le bici sono in genere equipaggiate per terreni sterrati e leggeri dislivelli; per salite più impegnative (es. Giara), meglio optare per MTB con sospensioni.
• Attrezzatura: casco obbligatorio, portare borraccia, kit di riparazione e magari tavoletti o mappa offline (Komoot consente il download prima della partenza).
• Abbigliamento: abbigliamento tecnico, scarpe da trail, k‑way leggero in primavera/autunno perché le temperature possono variare.
• Combinazioni: è possibile unire trekking sul sentiero, MTB e poi chiudere in relax con canoa al Lago—ottimo mix di esperienze in una singola giornata o weekend.

La voragine naturale di Sa Ucca Manna, situata poco sotto il centro storico di Sadali, raccoglie da secoli le acque di sorgenti come il Rio Procargiu e il Riu Alinus, scomparendo per poi riemergere circa 150 metri più avanti, alimentando il rio di Sadali e, infine, il Flumendosa . Si tratta di un inghiottitoio carsico profondo circa 12 metri, con uno sviluppo interno di circa 158 metri e un dislivello di 12 m verso il basso . L’ingresso è protetto da un muretto e un cancello, mentre alcuni gradini in pietra consentono di scendere fino all’imboccatura del pozzo, offrendo una vista affascinante sulle concrezioni e le stalattiti che adornano le sue mura calcaree .

Il fascino di Sa Ucca Manna risiede nella sua duplice natura: spettacolo paesaggistico e ingegneria naturale, ma soprattutto nella sua funzione idrogeologica. L’acqua, dopo aver percorso la voragine, riemerge in superficie, dove diventa risorsa vitale per irrigazione e, infine, è convogliata fino al bacino del Flumendosa . Visitandola, si ha la sensazione di osservare un grande cuore carsico pulsante, ancora attivamente collegato al ciclo idrico del territorio.

La voragine s’inserisce in un percorso più ampio nel borgo di Sadali, che include la vicina cascata urbana di San Valentino e vecchi mulini, ricavando un itinerario ideale per chi desidera assaporare il fascino dell’acqua e della roccia insieme, lungo strade medievali e attrazioni storiche . Anche la presenza di cartelli informativi e la breve distanza a piedi dal centro rendono Sa Ucca Manna accessibile e suggestiva, perfetta per una pausa contemplativa o un’escursione didattica.

Il luogo noto come Su Stampu de su Turrunu si trova al confine tra i territori di Sadali e Seulo, immerso nella rigogliosa foresta di Addolì, lungo il percorso “Sentiero delle Fate” che collega la Grotta Is Janas alla cascata stessa . È un monumento naturale unico nel suo genere, risultato di un triplice fenomeno carsico: inghiottitoio, grotta e risorgiva con cascata e pozza .

L’acqua del Riu Longufresu, alimentata da risorgenti montane, scorre in profondità e poi riappare attraverso un’apertura nella roccia calcarea. Il salto d’acqua misura tra gli 8 e i 16 metri e cade in una piscina naturale cristallina, incastonata tra pareti rocciose foderate di muschi e vegetazione mediterranea . Questa combinazione di elementi genera un ambiente carico di suggestione, dove la potenza dell’acqua si unisce alla bellezza intatta della natura circostante .

L’ingresso alla grotta è facilmente raggiungibile tramite un sentiero ben tracciato che si dirama dalla Grotta Is Janas, rendendo la meta accessibile anche a visitatori inesperti, famiglie e bambini . L’area è contrassegnata come monumento naturale dalla Regione Sardegna, la cui gestione ne tutela l’integrità ambientale .

La cenosi vegetale intorno alla cascata è quasi fiabesca. Le pareti della gola sono ricoperte di muschi, felci e piante lianose, che assieme all’acqua formano un microclima fresco e umido, particolarmente piacevole soprattutto quando l’estate riscalda l’entroterra . Anche la qualità dell’acqua è notevole: limpida, trasparente, spesso permettendo ai visitatori di scorgere il fondale ghiaioso.

Il rumore dell’acqua che cade, le luci e le ombre create dalla volta rocciosa e l’eco della cascata creano un’atmosfera contemplativa e rigenerante, perfetta per momenti di meditazione o semplicemente per riscoprire il legame tra uomo e natura .

L’escursione completa, con partenza e ritorno a Sadali, copre circa 6–7 km con un dislivello contenuto, in un percorso ad anello che include, oltre a Su Stampu, le Grotte Is Janas e la cascata urbana di San Valentino . Il tempo di percorrenza stimato è di 2–3 ore, a seconda del ritmo e delle soste fotografiche .

Chi desideri un’esperienza più guidata o vuole approfondire gli aspetti naturalistici e mitologici del posto, può sfruttare le escursioni organizzate dai Consorzi locali o applicazioni come Komoot e Wikiloc, che segnalano il tracciato e forniscono informazioni utili .

Visitare Su Stampu de su Turrunu significa immergersi nel cuore silenzioso della Barbagia, riscoprendo un ambiente disegnato dall’acqua e dal tempo. È una deviazione perfetta per chi ama slow travel, cammini nel verde e azioni lente: acqua, pietra, verde e luce si fondono in un teatro naturale che stimola gli occhi, i sensi e lo spirito.

Le Grotte di Is Janas a Sadali rappresentano una delle meraviglie più affascinanti e leggendarie della Sardegna interna. Immersa nella verde foresta di lecci, a breve distanza dalla cascata di Su Stampu ‘e su Turrunu, questa cavità naturale lunga circa 240–280 metri si sviluppa in cinque o sei sale . L’ingresso rettangolare, protetto da cancelli, introduce in un vestibolo in leggera discesa, dove colate marmoree e stalattiti avvolte da patine verdi creano un’atmosfera fiabesca .

Superata la “Sala Vestibolo”, si accede alla leggendaria “S’omu de is Janas” (la camera delle fate), una maestosa sala ovoidale di 25 m × 8 m, dove si stagliano al centro tre imponenti stalagmiti: secondo il mito, le fate pietrificate da Dio per aver ucciso un frate . Il soffitto è decorato da lunghe stalattiti bianche, quasi a richiamare una tempesta di luce sospesa .

Proseguendo, si giunge alla “Sala Su Mulinu”, contraddistinta da una colata di colore ocra e da una stalagmite somigliante a una Madonna con Bambino . A seguire il corridoio “Su Longu”, dove basse colonne emergono da un laghetto specchiante, per poi avanzare sul cosiddetto “Ponte”: una lama rocciosa che conduce all’ultima camera, la Sala del Guano, abitata da pipistrelli e ricca di fauna ipogea come molluschi, ragni, salamandre e insetti specialistici .

L’intero ambiente, plasmato da millenni di gocce d’acqua, è ricco di concrezioni spettacolari: stalattiti, stalagmiti, colonne, colate e drappeggi marmorei che raccontano la storia geologica dell’area . La visita ha una durata tipica di circa 45 minuti, con un dislivello contenuto di circa 8 m e difficoltà tecnica bassa, adatta ai visitatori di ogni età .

Il fascino del luogo è amplificato dalla leggenda che racconta della presenza di tre fate-streghe: la loro storia tragica e mistica avvolge di magia l’intero percorso . Le grotte di Is Janas rappresentano così un connubio perfetto tra natura, mito e cultura, offrendo un’esperienza multisensoriale: luci, ombre, echi, profumi della roccia e presenza viva della fauna sotterranea creano un’atmosfera unica e suggestiva.

Le Grotte sono gestite dalla cooperativa “Le Tre Fate”, con accesso a pagamento e la possibilità di una guida bilingue o audio‑guida. Esiste un centro visite integrato e la cooperativa organizza itinerari con escursioni tematiche sul Sentiero delle Fate .

Nel tratto esterno, il percorso è ben segnalato: si raggiungono le grotte seguendo il ramo T‑204 dell’itinerario, partendo da Sadali. Il sentiero attraversa boschi e gole, risultando accessibile anche con escursioni familiari .

Visitare le Grotte di Is Janas significa entrare in un’altra dimensione: un luogo sospeso nel tempo, dove storia, geologia e leggenda si intrecciano. Ideale per chi cerca un’esperienza suggestiva, educativa e immersiva nel cuore della Sardegna più autentica. È consigliabile prenotare in anticipo, specialmente in estate, e indossare calzature comode, dato il breve percorso interno e l’umidità tipica dell’ambiente.