Corbezzolo

Nel nostro giardino, in un angolo dove la luce del mattino filtra tra i rami più alti e l’aria rimane fresca e profumata, cresce un meraviglioso corbezzolo sardo. Non è una pianta qualunque: è lì da anni, quasi a fare da custode silenzioso di ogni stagione che passa. I suoi rami si sono intrecciati nel tempo, forti e flessuosi, aprendosi in una chioma ampia e accogliente. Guardandolo da vicino, si percepisce la sua forza tranquilla, come se avesse assorbito tutto il sole, il vento e la storia della nostra terra. Le foglie, spesse e coriacee, sono di un verde intenso, quasi lucido, con i bordi leggermente seghettati che brillano sotto i raggi obliqui del sole pomeridiano. Anche durante le estati più torride, quando il terreno sembra spaccarsi per la sete, il corbezzolo rimane vigoroso, quasi imperturbabile, offrendo il suo verde scuro come promessa di resilienza.

E poi, con l’arrivo dell’autunno, il corbezzolo sardo ci regala il suo spettacolo più sorprendente. Mentre molte altre piante sembrano spogliarsi e prepararsi al riposo invernale, lui si trasforma in un piccolo festival di colori e profumi. I frutti, dapprima piccoli e acerbi, maturano lentamente, passando dal giallo pallido all’arancione, fino a raggiungere un rosso acceso, quasi vermiglio. Hanno una superficie ruvida, quasi granulosa, che cattura la luce e crea riflessi inattesi tra il fogliame. Ma la magia più grande è la coesistenza dei frutti maturi con i fiori nuovi: piccoli grappoli di fiorellini bianchi, a forma di campanella, sbocciano proprio quando i frutti raggiungono il loro splendore. È un incontro tra il presente e il futuro, un inno alla ciclicità della natura. Questo contrasto, tra il bianco puro dei fiori e il rosso vivido dei frutti, trasforma il corbezzolo in un vero protagonista del giardino. Ci fermiamo spesso ad osservarlo, specialmente al mattino, quando l’aria è fresca e limpida e un lieve profumo di miele selvatico si mescola alla brezza. Le api, instancabili, danzano tra i fiori, e le farfalle si posano leggere sulle foglie, rendendo ancora più viva la scena.

Ma oltre alla sua bellezza, il corbezzolo sardo è una pianta dal carattere fiero. Radicato profondamente nel terreno sassoso e luminoso della Sardegna, ha imparato a resistere alla siccità, ai venti salmastri e alle intemperie. È una pianta che non chiede nulla, se non di essere lasciata crescere secondo il ritmo antico della natura. Nel nostro giardino è ormai diventato un simbolo: ogni anno, con pazienza, rinasce, fiorisce e fruttifica, insegnandoci il valore della costanza e della capacità di adattarsi. Anche nei giorni di pioggia invernale, quando tutto sembra grigio e spoglio, il corbezzolo conserva la sua vitalità, con i rami ancora adornati di frutti rossi che brillano come piccole lanterne. È una presenza rassicurante, che accompagna silenziosamente la vita che si svolge attorno a lui: bambini che giocano, uccellini che trovano rifugio tra i rami, e noi che ogni volta che lo guardiamo non possiamo fare a meno di sorridere e sentire, in quella semplicità, un legame profondo con la nostra terra e con il ciclo eterno delle stagioni.